.

Potete tagliare tutti i fiori, ma non potete impedire alla primavera di ritornare (Mao tse-tung)

lunedì, novembre 09, 2009

il nuovo capitolo

scritto il 28/09/09 Parco di Monza.

E' così che termina un capitolo. Ormai vicinissimo ai trenta cammina su una strada lambita da campi d'avena illuminati dal primo sole del mattino. La cascina alle sue spalle iniziava a svegliarsi, le prime voci i primi movimenti accompagnati dai cinguettii dei passeri. Doveva essere il primo giorno di corso alla scuola di agraria, ma il corso sarebbe iniziato solo domani. La sua disattenzione per le date, la convinziona basata sulla logica: inizio = lunedì, il suo disorientamento da quando aveva smesso di portare l'orologio. Così aveva riscevuto in omaggio un giorno VUOTO, come non capitava da tempo. Dopo mesi di lavoro convulso e accartocciato si era trasferito nella sua casa nuova. Era riuscito. Anche se in certi momenti credeva di non potercela fare più e di dovere rimanere nella casa natale ancora per molto. Poi ci si era messo anche il lavoro a complicare le cose, contratto, contrattazioni e braccia di ferro tra orgoglio e gesti educativi, Uno strazio!. Ed è così che termina il capitolo, con un ragazzo che si sdraia sulla panchina di legno posta su una piccola collinetta al sole. I suoi sandali bagnati di rugiada dei prati della scuola, sono li appoggiati sotto la sua testa, dentro ci sono ancora i sassolini caricati durante la corsa per ridurre il ritardo alla prima lezione. Gli scoiattoli saltellano da un albero all'altro gettando i gusci della lora colazione, persone in tenuta da jogging si sistemano la coscienza dalle prime ora del mattina e le nonne spingono i passeggini adorandone i contenuti. Sulla panchina lui chiude gli occhi appoggiando la testa alla sua borsa da scolaro. Il capitolo termina con questa pagina scritta in mezzo a pagine scarabocchiate e altre ancora bianche.

scritto del 1/10/09 treno Bo-Fe

Semplificazione è la parola ricorrente. Da giorni rifletto su questo, ne parlo leggo e ascolto. Semplicità. Certo non credo di avere una vita complessa, un meccanismo compulsivo mi punzecchia facendomi credere insoddisfatto di quel che possiedo di quel che faccio e di dove mi sto dirigendo.
Il fulcro è dove sto andando e dove voglio andare, Voglio andare verso al semplicità è quella che ancora mi stupisce facendomi tornare bambino e non so come questo si traduca nel complesso linguaggio del mondo che abito. Ma so che la strada che sto percorrendo per raggiungerla sembra veramente tortuosa e Complicata. Sto sbagliando.
I miei piedi oggi sono stati due ore a contatto con l'erba del giardino della scuola di agraria. Hanno conversato con la terra e hanno giocato con i fili d'erba. La semplicità inizia dal basso. Ora sta tutto nel farla salire attraverso tutto il corpo fino a contagiare la mia mente già infetta.
E' l'immersione nel caos di questi giorni nella vita brianzola fortemente contrastante rispetto allìatmosfera della scuola che mi ha riaperto i canali. E' il libro "vagabondng" che mi ha dato spunti di riflessione, è il confronto con gli altri corsisti che mi ha acceso la voglia di comunicarlo. A tavola Silvio parlava di massimi sistemi, di clima, di grandi problemi del pianeta. Lui aveva teorie e soluzioni complesse e tornava sempre a invischiarsi nel solito concetto del profitto, nel tunnel del capitalismo... unico vero prolblema..
La gente in treno non legge più. alimenta il caos parlando al cellulare, battendo tasti di portatili, digrignano i denti per i pensieri del lavoro mentre il controllore gira bucando pezzi di cartone costoso. Vestito in jeans e camicia FFSS scuote la testa facendo dondolare il suo elastico azzurro di spugna, lasciando intravedere la semplicità che ognuno porta con se.

Nessun commento: