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Potete tagliare tutti i fiori, ma non potete impedire alla primavera di ritornare (Mao tse-tung)

sabato, agosto 04, 2007

siamo rimasti noi e i moldavi

Mi sentivo terribilmente sporco, come al ritorno da due settimane di vagabondaggio per le metropoli europee. Sotto la doccia ho sfregato a fondo ogni parte del mio corpo, con la spugna fucsia che ha lasciato mia sorella quando ha cambiato casa, era la prima volta che la usavo, troppo abrasiva. Ho cancellato le tracce e gli odori dell'esperienza passata, per creare spazio a quello che verrà, ancora nascosto da strati di fitta nebbia, che rispetto senza timore. Non riesco a smettere di ascoltare Dividing Opinions, risuona alla frequenza dei miei pensieri, mi sento intrappolato, di nuovo, in una colonna sonora. Per ora l'accetto. Le mie mani sono dure, secche e piene di tagli. Finalmente sono tornate a lavorare nel modo che preferiscono. Cementare, lavorare la terra, rompere tessere del mosaico, bruciare legna, cuocere creta, lavare piatti e tegami, impastare pane e torte, afferrare oggetti incandescenti. Le mani tornano alle radici del loro sviluppo, della loro evoluzione e affermazione, la mia mente gli corre dietro a rilento come in una scena di inseguimento di un film comico. Aria di campagna fresca e tranquilla, il vento che monta alle tre del pomeriggio direzione mare terra. Lo stesso vento che mi ha fatto volare, scivolare e sognare con in mano l'aquilone, indomabile nella direzione dominante, capace di strappare i miei ottanta chili da terra trascinandomi per metri in avanti. Fiatone e muscoli dolenti in cambio del rilascio di adrenalina e benessere mentale. La sera ai campi erano chiacchiere e vino rosso, carne ai ferri, mosaico, film e letture. Erano piacevoli e senza tempo. Poi quello strano addio, che doveva essere un arrivederci, la "fine è importante in tutte le cose" e in questo caso non è stata degna dell'esperienza vissuta. Ma poi bastano 35 minuti di auto e ci si catapulta in una nuova realtà, che sa di vecchio, ma ci vuole. Nella piazza con i mattoni roventi non c'era nessuno, solo noi e i moldavi, a ridere dell'esodo estivo, una calma stonata come un assolo sbagliato. La morbida buona notte con luci di candela e la musica di Carlos Vamos. Risveglio... e il resto è storia di lavatrici arretrate e lavori in sospeso...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornati pensieri dell'anarcoecologo, bentornate mani!

anarcoecologo ha detto...

bentornata a te! ma vuoi dire che sei arrivata ora dall'esperienza nordica?

Anonimo ha detto...

tu torni io vado..
:)

anarcoecologo ha detto...

bon voyage allora !! :)

Lisa ha detto...

ciao A. un bacio da L.

La Zingara Irrequieta ha detto...

ciao!! bella la nuova intestazione del blog mi piace era ora di una ventata di cambiamento!!! per il resto bella quest'ultima esperienza che stai facendo, dopo tutto è sempre positivo tornare un pò alle origini e tirare le somme!! buone vacanze ovunque tu fugga!! ciao ciao