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Potete tagliare tutti i fiori, ma non potete impedire alla primavera di ritornare (Mao tse-tung)

domenica, aprile 19, 2009

Con il treno era meglio

immagine che viene da qui
"sono solo le 3e33" "c'è un treno che parte per l'oblio?" Cammino per tornare a casa, attraverso la stazione con il suo orologio a numeri giganti, guardandolo finisco con i piedi in una pozzanghera, era tutta sera che cercavo di farlo, volevo saltellarci dentro come un ballerino di tip tap o come Fred Astaire in un qualche film che nessuno ha visto ma tutti sanno. E sono le 3e34. Il treno l'ho perso. Inserisco il pilota automatico e vado verso casa passando per gli sguardi delle puttane spalmate sulla via. Un tizio contratta in bicicletta io giro l'angolo e inizio a pensare quale chiave dovrò infilare per aprire il cancelletto. Le snocciolo nella tasca come un rosario, non un rosaio come quello che mi ha segnato la faccia. Le scale le faccio a fatica e mi concentro pure, l'alcol nel corpo si sta dissolvendo ma permane la sensazione di incertezza e impacciataggine. Sembro un vecchio, a salire. Disidratato mi butto a letto. Ancora non ho capito se il mio cuscino nuovo sia comodo oppure no. Gli schiaccio la testa sopra infilandomi sotto le coperte e uno nugolo di pensieri rumorosi come fottute zanzare inizia ad assalirmi. Mi ricordo che devo spegnere la sveglia se no mi avrebbe svegliato all'orario del lavoro anche oggi. Lo devo fare... lo devo fare. Le connessioni cervello-arti sono pessime, un meccanismo di controllo mi impedisce di muovermi l'impulso si spegne e la sveglia rimane li a 5 cm dalla mia faccia, puntata alla 8e07.La guardo e penso "Ogni giorno basta il suo affanno" me lo diceva mia madre dicendomi che lo diceva qualcuno in un film che se non ricordo male era la Rossella O'ara. ...Sto li e poi chissà quando mi addormento. L'indomani, oggi, sarei andato a tagliare la legna. Attività di sfogo. Un po di fatica, un bel profumo e segatura sul pavimento a piastrelle bordeaux sporco. Il fagotto è fatto. Anna e Du sono partite, le penso in aereo anche se saranno ancora in macchina per arrivare a milano. Ma l'aereo è più tragico come mezzo, il treno vince su tutti è il top quanto a tristezza negli addii o negli arrivederci. Questo parallelepipedo di metallo, inizia a muoversi allontanandosi piano piano e si abbandona in uno sbuffo enorme che racchiude i sospiri di tutte le persone che sta dividendo.Così mi blocco a fissare qualche cosa finchè i "professionisti del pulito" non finiranno di fare le pulizie nelle pareti del mio cranio. Che usino pure detergenti chimici e coriacei per stavolta, i rifiuti li smaltirò poi termovalorizzandoli su un qualche foglio elettronico.

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