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Potete tagliare tutti i fiori, ma non potete impedire alla primavera di ritornare (Mao tse-tung)

venerdì, aprile 08, 2011

Lago S.ta Colomba e lago di Lases

Era una di quelle mattine in cui nonostante il sole stupendo ed il cielo limpido non avevo gran voglia di fare.. per di più iniziavo a sentire il fastidio e l'inquietudine del prolungato silenzio dei miei datori di lavoro che avrebbero dovuto farsi vivi, visto l'imminente presunto inizio. Sicché dopo aver svolto l'unico compito mattutino, qualche burocrazia legata al contratto di affitto appena instaurato, ho vinto l'inerzia che mi teneva schiavo imbambolato. Mi son travestito da ciclista e sono partito diretto verso l'indicazione marrone per il lago di Santa Colomba e Lases che avevo visto i giorni precedenti durante qualche vagabondaggio. Così i 14km di salita mi hanno lasciato un po con il fiatone, la strada statale per altro non era il massimo. Il traffico abbastanza sostenuto era per lo più di camion carichi e scarichi di Porfido, perché quella è zona di cave. Il panorama.. niente di che, sulla sinistra in basso nella gola scorreva l' Avisio a destra si alternavano boschi con cascate di erica in fiore a cave che brillavano come ferite aperte. L'ultimo tratto di salita da Albiano al Lago è stato il più duro e più volte mi sono dovuto convincere di non mollare. D'altronde venivo da una lunga pausa di attività ciclistica. Alla fine della salita, dopo una delle tante curve che precedentemente mi avevano svelato altre salite, è apparso il lago, piccolo e splendido. Un lago con acqua verde in cui il cielo e le nuvole riflettevano nitide. Le sponde erano ricche di cannuccia di palude, in alcune zone il prato arrivava direttamente in acqua, subito dietro, una bellissima pineta. C'è una leggenda sul lago. Un giorno un viandante arrivò a Santa Colomba a notte inoltrata e iniziò a bussare nelle case dei minatori delle Canope, nessuno gli aprì. Gli abitanti grazie all'attività di estrazione si erano arricchiti e da quel momento avevano paura degli estranei vedendoli come minaccia alla loro stabilità, dimenticando le buone regole di ospitalità e la gentilezza. Il viandante così vagò per tutte le case e nessuno gli diede asilo. Finchè arrivò all'ultima casa su per una collina, qui una signora sola, lo accolse. Durante la notte ci fu un grosso temporale con tuoni, lampi e pioggia scrosciante. La signora andò per affacciarsi alla finestra per vedere che stava succedendo quando si sentì trasportare indietro da una forza sconosciuta. Al mattino si ritrovò svenuta ed addormentata sulla sedia che stava di fronte alla finestra nella sua casa. Quando aprì la finestra non vide più il paese sotto il colle su cui viveva ma al suo posto era sorto un lago... Ovviamente il viandante era sparito e così via. Leggenda o non leggenda ma il lago aveva veramente qualcosa di magico. Ho fatto un giro intorno seguendo uno dei mille sentieri possibili fino ad arrivare al Dos dei Brusadi. Li ho letto i cartelli di spiegazione sull'attività dei minatori delle Canope, ho lasciato la mia firma su una di quelle agende che si lasciano a disposizione dei visitatori. Ho mangiato riso e verdure insipide seduto sopra un masso al sole, cercando di riempirmi gli occhi. C'erano moltissime persone in giro con il rampichino, ho scoperto infatti che la zona è il top per chi pratica mountain bike. Devo sicuramente tornare munito della giusta bicicletta. Dopo una pausa sono partito per Lases con l'intenzione di arrivare a Segonzano e passare sulla parte opposta della valle, in modo da tornare da una strada diversa. Ho chiesto indicazioni e sono stato scoraggiato, mi hanno detto infatti che la strada era molto lunga.. sali scendi e sali di nuovo. Ho visitato il lago di Lases e mi sono lanciato nella meritata discesa. Andavo forte ma non abbastanza, c'era il solito vento contrario, maledizione del ciclista, che non mi permetteva di godermi la discesa. Andavo a 34km/h ed era poco, mi è apparso mio padre che mi diceva “mo' cuntentat!!” come mi dice da quando sono bambino...ma no cacchio non riuscivo ad accontentarmi dopo tutta quella fatica ci voleva la ricompensa e almeno i 45km/h li dovevo toccare. Invece vento contro fino alla fine.

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