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Potete tagliare tutti i fiori, ma non potete impedire alla primavera di ritornare (Mao tse-tung)

martedì, aprile 26, 2011

Le Laste, Il luogo di Lavoro

Abito a Lavìs e lavoro a Trento.. alle Laste come dice la gente di qua. Le Laste, non so bene da dove derivi il nome ma c'è pure un santuario: la Madonna delle Laste. Lavis-Trento finora l'ho sempre fatto in bicicletta, 8km in leggera pendenza al mattino con il vento a favore. Sono circa 16minuti di bici al mio passo .. al mattino. Il problema nasce quando devo “salire” alle Laste. Questa madonna e la mia cooperativa infatti, si trovano su un colle sopra a Trento sopra al castello del BuonConsiglio (che una volta era del Malconsiglio). Per salire, la strada è veramente ripida veramente !! Salgo con il rapporto 1:1 della mia bici Hibrid NSR GT, velocità massima i 12km/h la minima 7Km/h. Fatica!! I colleghi consigliano di salire a piedi... in effetti arrivo su rosso in viso e sudaticcio, tanto da dover far prima un check up del mio corpo in bagno e cambiarmi la maglietta.

Lavis-Laste 10Km tempo di percorrenza 27min

La strada che percorro è via della Pontara, poi un pezzo di via Cervara ed arrivato al convento dei cappuccini devio per via delle Laste per l'appunto. Ho scoperto lunedì mentre affrontavo un ripidone che la via ha tutte le stazioni della via crucis... Ogni mattina la ripercorro partendo dalla 7 stazione “Gesù incontra la Maddalena” fino circa alla 10 o 12 in cui “Cristo viene deposto dalla croce e bendato” passando ovviamente per quella in cui “Cristo Muore”e "Cristo cade per la seconda volta". Certo non mi aiuta ne mi conforta il ricordo della sua fatica e della sua sofferenza. Per lo più quando lui risorge io arrivo pure al lavoro!... sarà una risurrezione moderna la mia.

Una volta varcata la soglia di Villa S.Ignazio dove lavoro nella cooperativa sociale, tutto cambia. In effetti.. alberi e bosco, prati, aiuole, calma e silenzio e soprattutto uno stupendo orto a terrazze. Questo sarà il mio compito, accudire l'orto ed insegnare qualcosa di manutenzione del verde e giardinaggio a “utenti con disagio sociale over 40”. L'orto è storicamente del volontario Beppino. Mi era stato presentato come un orso, una persona difficile da avvicinare e dura. In verità si sta rivelando una grande persona. Una di quelle che, come successe in Guatemala con Felipe, con il loro amore per la natura e la loro calma conquistano un importante posto nella mia mente e nel mio cuore. Gli occhi di Beppino sono i tipici occhi di chi ama il verde e passa le giornata a guardare cielo e terra, limpidezza e profondità. Ieri abbiamo trascorso tre ore fianco a fianco a pulire le file di cipolle, abbiamo strappato alcune erbacce e zappettato tra le file. Inginocchiati sulla terra sassosa. Mi ha raccontato la sua visione della politica, ha commentato i fatti di questi giorni ha condiviso i fastidi e mi ha spiegato una piccola parte della sua vita mentre i merli ci venivano a fianco sperando di tirare su qualche lombrico e i passeri se la cantavano allegri sugli alberi in piena esplosione primaverile.

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